Le Donne che Non Esistono: La Perdita della Verità nelle Visite da Stereotipi

Specchi, Non Donne

Le Donne che Non Esistono: La Perdita della Verità nelle Visite da Stereotipi

Da quando abbiamo iniziato a parlare di Seduzione agli inizi del 2000, in giovanissima età, ci siamo subito esposti affermando delle riflessioni sull'ossessione degli uomini nei confronti delle donne, come esse vengano spesso inventate e modellate da visioni stereotipate, senza che mai si arrivi a una vera comprensione di ciò che sono veramente. Le donne, quelle che davvero vogliamo vedere, sono raramente quelle che vediamo.

Da quando siamo bambini, le donne ci sono state mostrate attraverso specchi deformati, colori sbiaditi e ricette vecchie di decenni. La donna idealizzata, quella che ci spinge a seguirla come cani da caccia, è una costruzione che non ha nulla a che vedere con la carne, con il respiro, con il calore che ci circonda quando la incontriamo veramente. È solo l'immagine di ciò che vogliamo che sia, non ciò che è. E qui nasce il problema.

Perché, nel momento in cui vediamo una donna, non la vediamo mai davvero, ma la interpretiamo. E cosa vediamo, se non ciò che vogliamo che sia? Un'immagine che si incastra perfettamente con il nostro bisogno di controllo, di possesso, di convalida. La donna perfetta, l'oggetto del nostro desiderio, è una creazione nostra, mai sua.

Siamo tutti apprendisti, eppure, crediamo di essere maestri quando si tratta di sedurre. Ma sedurre non è controllare. Sedurre è essere in grado di vedere oltre il riflesso. È sapere che quando una donna si presenta davanti a noi, non ha nulla a che fare con i modelli mentali che abbiamo costruito nel corso degli anni. Lei non è una moglie, una madre, una sorella. Non è la bella del nostro quartiere, la star che vediamo sullo schermo, né la regina che sogniamo di conquistare. È un’altra cosa. E riconoscere questa cosa è l'inizio di una vera seduzione.

Sedurre è decostruire, non costruire. È abbattere le barriere, mettersi in gioco senza la necessità di una risposta. Ma, ahimè, molti di noi continuano a costruire immagini, a voler essere il regista della sua vita, senza sapere che il miglior film di seduzione è quello in cui non siamo i protagonisti. Quello in cui lei, la donna che vediamo per ciò che è, ha il ruolo principale. In cui non siamo più i seduttori che insegnano, ma gli apprendisti che imparano da lei.

Eppure, nonostante questa consapevolezza, c'è un continuo bisogno di convalidare, di "verificare" se lei ci corrisponde, di vedere se i riflessi che abbiamo costruito sono giusti. Ma cos’è un riflesso, se non un’ombra di qualcosa che non ha sostanza?

Questo, quindi, è l’arte di sedurre: non cercare di piegare la realtà a nostra immagine, ma lasciarla essere quella che è. Non vogliamo più donne costruite, donne che esistono solo nei nostri sogni. Vogliamo donne che esistono nel mondo. E se vogliamo essere veri seduttori, dobbiamo iniziare da lì: dall’accettare la loro verità, senza filtri, senza schemi precostituiti, senza la necessità di renderle ciò che non sono.

La seduzione autentica non è quella che si costruisce attraverso il controllo. Non è un gioco in cui cerchiamo di cambiare l'altro. È quella che nasce dall’autenticità, dal riconoscimento reciproco. È la seduzione che avviene quando smettiamo di voler possedere l'altro e, finalmente, ci permettiamo di essere in sua compagnia, senza bisogno di modificarlo.

Ecco la sfida: riuscire a vedere la donna come è, non come la vogliamo noi. Non è un compito facile. Ma è il solo che vale la pena di intraprendere.

by Duca Ale Robusti

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