In seduzione l’inconscio è un’onda nell’oceano che hai scambiato per un abisso
Ovvero: quando smetti di credere alle voci nella testa e cominci a vivere davvero
C’è una credenza tanto diffusa quanto affascinante: che l’inconscio sia un archivio segreto, una cassaforte di traumi infantili, una specie di scatola nera che, se aperta, possa finalmente “spiegare” i tuoi fallimenti, le tue paure, i tuoi blocchi con le donne.
Ecco cosa si raccontano molti apprendisti seduttori (e non solo loro):
C'è stato sicuramente un evento scatenante. Magari a cinque anni mio padre mi ha sgridato davanti a tutti. O mia madre non mi ha detto che ero bello. Da lì tutto è andato storto.
Ma davvero credi che la tua difficoltà a parlare con una ragazza oggi sia causata da un evento passato, custodito come un mistero nella nebbia del tempo?
Riflessione diretta al cuore:
L’inconscio è solo un’altra idea nella mente.
Non è una stanza buia da illuminare, ma un pensiero che hai imparato a credere.
La trappola dell’evento originale
Il bisogno di trovare “l’evento radice” è una strategia della mente per dare un senso coerente al caos dell’esperienza. Ma attenzione: la coerenza non è verità.
È solo il racconto che ti tranquillizza.
“Mi sento a disagio con le donne perché a cinque anni…”
“Non riesco a farmi rispettare perché mio zio mi prendeva in giro…”
Forse è vero, forse no. Ma non importa.
La vera domanda non è “cosa è successo?”,
ma chi sta cercando questa storia?
Il problema non è l’evento.
Il problema è l’identificazione.
Perché a quel punto ti accorgi che…
Tu non sei colui che cerca.
La mente gioca a fare domande, inventa risposte,
e nel frattempo ti convince che sei tu a cercare qualcosa.
Ma se ti fermi, e osservi…
capisci che tu non c’entri nulla con quel gioco.
Non sei l’inconscio, non sei il trauma, non sei la voce che interpreta ruoli.
Sei lo spazio silenzioso in cui tutto questo accade.
E a quel punto la seduzione non è più una tecnica.
È presenza che non ha bisogno di convincere.
È libertà dal copione.
È arte del non recitare più.
La mente ventriloqua e lo “Sputtanatore” interiore
Nel mondo della seduzione, la mente è una specie di ventriloquo comico. Solo che le sue battute fanno male.
Ogni volta che ti dici:
- “Io sono negato con le donne…”
- “Nessuna mi vuole…”
- “Sono destinato a restare solo…”
Non stai osservando la realtà. Stai assistendo a uno spettacolo teatrale interno.
C’è un attore (chiamiamolo Lo Sputtanatore) che ti ripete la stessa scena da anni. Ma ora puoi iniziare a riconoscerlo.
Come rispondere al tuo teatro mentale
Scena tipica:
Pensiero: “Non piacerò mai a lei!”
Risposta:
“Ah, eccolo! Lo Sputtanatore in grande forma, oggi. Sta interpretando il dramma del ‘Io non piaccio’.
Applaudiamo o chiudiamo il sipario?”
Tecnica:
- Riconoscilo: "Ecco il personaggio."
- Ironizza: "Bella performance. Ma il pubblico sta uscendo."
- Scegli: "È utile? Applaudo. È fuffa? Me ne vado."
L’inconscio non è un abisso. È un’onda che passa
Pensaci.
Un’onda è reale, ma non è l’oceano.
Il pensiero che ti attraversa (“non ce la farò mai”) è reale, ma non sei tu.
E l’inconscio?
Un’onda mentale che tu hai scambiato per l’identità.
Ma non è te che devi cambiare.
È l’abitudine a credere a tutto quello che pensi.
Smettila di cercare storie. Inizia a osservare chi le racconta.
Se vuoi sedurre con autenticità, non serve “liberare l’inconscio”.
Serve smascherare il narratore che si nasconde dietro l’etichetta “sono fatto così”.
Il tuo potere non sta nel rivivere l’evento originario.
Sta nel non crederci più.
E quando lo Sputtanatore torna in scena…
Sorridi. Applaudi.
E lascia il teatro.
Perché vedi, la vera svolta non arriva quando “capisci cosa ti è successo”,
ma quando smetti di recitare il ruolo della vittima inconsapevole.
Tu non sei il pensiero che ti sminuisce,
non sei l'eco di un ricordo,
e nemmeno l'effetto collaterale di un evento passato.
Sei la coscienza che può scegliere.
E la seduzione, quella vera, nasce proprio lì:
nel silenzio consapevole tra un copione che svanisce e un’azione autentica che comincia.
Quindi, quando il vecchio teatrino mentale si riaccende…
- Non rispondere.
- Non spiegare.
- Non giustificarti.
Limitati a dire:
"Cambio scena."
E cammina via, con stile.
Come chi sa che la mente urla, ma l’essere non ha bisogno di parlare.