Ma Magari Essere Veramente Se Stessi! Oltre la Mente, Dentro di Sé

È nel profondo, che tu sei.


Ma Magari Essere Veramente Se Stessi! Oltre la Mente, Dentro di Sé

Quante volte ci siamo sentiti dire: "Sii te stesso e tutto andrà per il meglio"?
Una frase semplice, rassicurante, quasi magica. Eppure, nella sua apparente chiarezza, nasconde una delle più grandi confusioni del nostro tempo: chi è davvero questo “te stesso”?
È il tuo carattere? Le tue idee? Le emozioni che provi? O forse… è qualcosa che vive oltre la mente, oltre i pensieri che ti attraversano ogni giorno?

In un’epoca in cui siamo continuamente stimolati da social, giudizi, confronti e aspettative, essere se stessi non è solo un consiglio da baci Perugina. È una sfida. Una sfida interiore. Un richiamo.
E per rispondere a questo richiamo, non basta pensare: serve sentire.

La trappola dei pensieri: quando “essere se stessi” diventa un’illusione

Molti confondono l’essere se stessi con il rimanere fedeli ai propri pensieri.
“Questo è il mio modo di fare.”
“Se mi comporto così, è perché io sono fatto così.”
Ma attenzione: in questi casi non stai essendo te stesso, stai semplicemente ripetendo ciò che hai imparato a credere di essere.

La mente crea continuamente racconti su di te. Ti dice che non sei abbastanza, o che devi mostrarti più sicuro, più affascinante, più forte.
Oppure ti convince che, se ti esponi, verrai rifiutato.
Questi pensieri, però, non sei tu.
Sono solo eco di vecchie paure, schemi familiari, condizionamenti culturali.

E allora, se non sei i tuoi pensieri, chi sei davvero?

Essere se stessi è tornare alla presenza

C'è uno spazio dentro di te, silenzioso e vivo, che osserva tutto senza giudicare.
È quello spazio in cui ti accorgi che stai pensando, che stai provando una certa emozione, che stai reagendo.

Quello spazio sei tu.

Non il pensiero “non ce la faccio”, ma chi si accorge che quel pensiero è lì.
Non l’ansia che arriva, ma chi riesce a respirarla, ad ascoltarla.
Non il ruolo sociale, ma la presenza che sente tutto questo.

Essere se stessi, allora, non è attaccarsi a un'identità mentale, ma riconoscere ciò che sei quando la mente tace.
Quando lasci andare il bisogno di piacere.
Quando non stai cercando di impressionare nessuno.
Quando sei pienamente presente, nel corpo, nel respiro, nel sentire.

Oltre la mente: il potere dell’autenticità vissuta

Se provi a stare in silenzio, anche solo per qualche minuto, noterai qualcosa di semplice e straordinario: la tua autenticità emerge naturalmente.

Non devi inventarla.
Non devi “costruire” te stesso come se fossi un personaggio.
Devi solo smettere di trattenerti, di giudicarti, di correggerti continuamente per adattarti.

È come togliere strati di polvere da uno specchio: la tua immagine era già lì, ma non si vedeva.

          La mente divide, il corpo unisce.
          La mente analizza, ma il sentire ti radica nel presente.

E nel presente, non devi pensare chi essere. Lo sei.

Come si vive da sé stessi?

Quando sei te stesso, nel senso più profondo, non interpreti un ruolo.
Non ti chiedi se stai piacendo.
Senti di essere in un flusso naturale. Ti esprimi senza forzature, e chi ti guarda lo percepisce.

Le persone autentiche non sono perfette: sono vere.
Ed è questa verità che attira, che affascina, che ispira.
Non la perfezione di un’immagine, ma la coerenza tra ciò che sentono, ciò che dicono e ciò che fanno.

“Sii te stesso” non significa “non cambiare”

Qui arriva una delle incomprensioni più diffuse.
Molti usano la frase “sii te stesso” come scusa per non cambiare mai.
Come se volesse dire: “Va bene così, non mettere in discussione nulla.”
Ma questa è pigrizia emotiva, non autenticità.

Essere se stessi è un viaggio, non una destinazione.
Significa riconoscere le parti di te che hanno bisogno di guarire, le ombre che vuoi trasformare, i talenti che ancora non hai espresso.
È un processo vivo, come una pianta che si apre al sole giorno dopo giorno.

          Non sei un’identità fissa, sei una trasformazione in corso.

La domanda potente: chi sono io, senza i miei pensieri?

Se vuoi davvero scoprire chi sei, prova a sederti in silenzio e domandare, con sincerità:

          “Caro inconscio, chi sono io, senza i pensieri che mi raccontano chi dovrei essere?”

Lasciala scendere dentro di te, senza fretta.
Respira.
Non cercare risposte immediate.
Lascia che il corpo parli.
Lascia che il cuore senta.
È lì che nasce la tua verità.
Una verità che non ha bisogno di essere spiegata, ma vissuta.

Riflessioni

Essere te stesso non significa seguire i pensieri.
Significa tornare a quella parte di te che li osserva, che li accoglie, che li lascia andare.
È un ritorno al corpo, alla presenza, al sentire profondo.

In un mondo che ti chiede continuamente di essere qualcun altro, essere davvero te stesso è un atto rivoluzionario.
Ma per riuscirci, devi avere il coraggio di andare oltre la mente, oltre le maschere, oltre la paura di non essere abbastanza.

Lì, proprio lì… c’è la versione più viva, vera e attraente di te.

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