Seduzione Reale o Fantasia da Manuale?
Quando chi insegna seduzione non sente nemmeno chi ha davanti.
C'è qualcosa di profondamente stonato quando un uomo si mette a insegnare seduzione a un altro partendo da situazioni immaginarie, donne immaginarie, perfino ragazzi immaginari.
E questo accade spesso: relatori che parlano come se stessero recitando un copione, immaginando scene da film, mentre davanti a loro c'è un ragazzo reale, con un vissuto reale, che cerca un contatto reale. E invece gli viene offerto un videocorso travestito da verità.
Ma se un ragazzo ti chiede: "Come faccio a sedurre una donna?"... cosa sta davvero cercando? Non vuole una fantasia. Vuole sentirsi più vivo, più sicuro, più in contatto con il proprio desiderio. Vuole essere visto, non solo istruito.
Il paradosso del seduttore che non ascolta
Questi sedicenti maestri si rifugiano in uno storytelling che puzza di marketing: parlano di donne "tipiche", reazioni "prevedibili", battute "efficaci". Ma il ragazzo che hanno davanti non lo guardano mai negli occhi.
Non sentono dove si blocca, cosa prova, da dove nasce il suo senso d'inadeguatezza. Preferiscono rifugiarsi nei copioni: "Immagina di essere a una festa... lei ti guarda... tu le dici...". Una sceneggiatura.
Ecco il problema: non stanno educando alla relazione, ma alla finzione.
Perché accade questo?
- Hanno paura del reale. Sentire davvero l'altro richiede presenza, coraggio, e anche esposizione. Molto più comodo proporre uno scenario prefabbricato.
- Vendono un prodotto, non una relazione. Il videogioco della seduzione funziona meglio se è confezionato in regole semplici. Peccato che la realtà non segua i copioni.
- Non hanno attraversato le proprie ombre. Chi non ha mai affrontato la vergogna di non piacere, l'impotenza del rifiuto, l'ansia dell'esposizione... non può insegnare a nessuno come danzare nella relazione.
Da dove si parte, allora?
Si parte dal ragazzo. Dal corpo, dalla voce, da come si sente mentre chiede aiuto. Da dove stringe, da dove trema, da cosa evita.
La seduzione è una vibrazione reale, non una strategia da recitare. È un ponte tra due esseri umani. E quel ponte si costruisce con la presenza.
Una metafora chiara
Immagina un ragazzo che dice: "Voglio imparare a suonare il violino". E il maestro risponde: "Immaginati sul palco della Scala, sei Paganini, il pubblico ti applaude...".
Ma lui non sa nemmeno impugnare l'archetto. Questo è ciò che fanno molti finti maestri della seduzione.
Il rischio nascosto
Il rischio è creare dipendenza da fantasia. Il ragazzo comincia a imitare modelli che non gli appartengono. E più fallisce, più si sente sbagliato. Invece di scoprire la propria voce, finisce per recitare quella di qualcun altro.
Praticamente...
Se non senti l’altro, non puoi insegnargli a sentire. E se non sai stare nel reale, le tue fantasie diventeranno solo un altro modo per evitare te stesso.
Questa è la verità che nessun corso ti dirà mai. Perché non fa vendere. Ma fa crescere.
Articolo per chi crede nella seduzione come contatto, non come performance!